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Something's got to give

Titolo originale: Something's got to give
Regia: George Cukor
Commedia - USA 1962
Personaggi:
Marilyn Monroe
Dean Martin
Cyd Charisse

L'ultimo film di Marilyn Monroe, rimasto incompiuto a causa della prematura morte dell'attrice è "Something's got to give", del 1962.
Di esso ci rimangono solo pochi spezzoni, provvidenzialmente ritrovati e salvati dal deterioramento nei magazzini degli studios, qualche anno fa, e opportunamente restaurati grazie alle moderne tecniche informatiche.

La commedia diretta da George Cukor, doveva essere il remake di un film del 1940 con Cary Grant, Irene Dunne e Rundolph Scott, intitolato "Le mie due mogli", la cui storia narra di un uomo che, credendo la moglie morta da cinque anni in un naufragio, decide di risposarsi. Ma appena sposato, all'improvviso, la prima consorte, salvatasi su un' isola deserta, torna a casa dai figli e dal marito, sconvolgendogli la nuova vita.

Questo film, sin dall'inizio, nacque sotto cattivi auspici: la Fox era spaventosamente indebitata, a causa dei costi sempre più ingenti di "Cleopatra", il kolossal con Liz Taylor e Richard Burton, che da oltre due anni veniva girato negli studi di Cinecittà, prosciugando le casse della casa di produzione (il solo compenso della Taylor ammontava a un milione di dollari d'allora). I dirigenti della Fox, avevano già sciolto tutti i set delle varie serie televisive e speravano vivamente che, un film con Marilyn Monroe, una sofisticata commedia brillante, li avrebbe salvati dal fallimento.
Tuttavia Marilyn reduce da un coma da barbiturici, logorata da psicofarmaci e alcool, anche se in forma fisica splendida, non era l'attrice adatta a sopportare, in quel momento, lo stress di un film girato sotto la pressione minacciosa del fallimento.

Psicologicamente fragile e prostrata, afflitta da un fastidioso virus influenzale, sin dai primi giorni di riprese marcò visita, arrivò con ritardi lunghissimi o fece sospendere i lavori perchè non si sentiva bene, costringendo l'intera troupe, sempre più esasperata, a lavorare ad intermittenza. Quando il 19 maggio, poi, volò a New York per esibirsi, nel famoso "Happy Birthday" alla festa di compleanno del presidente, John Kennedy, facendosi venire a prendere da un elicottero sul set del film, i dirigenti della Fox diventarono veramente furiosi, ma perdonarono il colpo di testa, purchè tornasse al lavoro.
Vi tornò per girare le sequenze in cui nuota nuda in piscina, creando grande scalpore.

Il 10 giugno festeggiò con tutta la troupe il suo 36° compleanno, ma non fu una festa felice, Marilyn era prostrata e i colleghi non riuscirono a dissimulare l'astio nei suoi confronti. Il giorno dopo un nuovo malore la tenne lontano dal set e la Fox esasperata la licenziò, decidendo di sostituirla.
Per Marilyn la notizia arrivò in concomitanza con un'altra brutta esperienza, la fine della relazione con Bob Kennedy: per lei fu il tracollo e cadde in una crisi depressiva spaventosa.
Sembrava che tutto le fosse contro e che nessuno riuscisse a capire, che ciò che faceva, non lo faceva per capriccio, ma perchè era seriamente malata.

Alla Fox non le credettero mai, tuttavia, grazie anche alle insistenze dell'amico Dean Martin, il protagonista maschile, che si rifiutò di lavorare con un'altra partner, la riassunsero, sperando che si ristabilisse e tornasse per finire le riprese.

Non tornò più: la notte fra il 4 e il 5 agosto 1962, venne ritrovata morta e il film rimase per sempre incompiuto.

Dalla sceneggiatura, rimasta in un cassetto per più di un anno, venne poi tratta un'altra commedia, "Fammi posto tesoro", con Doris Day e James Garner. Anche la Day era bionda e si cercò di trasformarla esteticamente in un'altra Marilyn, ma la Day, che da sempre personificava l'immagine dell'America pulita, perbenista e benpensante, trasformò il personaggio, che fu della Monroe, adattandolo al proprio clichè interpretativo: ne uscì la solita commedia, dai toni un po' isterici e questa volta anche banali, tipica di questa attrice.

Dai pochi spezzoni rimasti, si vede una Marilyn strepitosa, di una bellezza matura e completa, con una recitazione fresca, moderna, spiritosa, accattivante, capace di rendere il personaggio alla perfezione, senza minimamente far trasparire la feroce crisi interna che la dilaniava. Sarebbe stato certamente un film di successo.

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