La tua bocca brucia - Don't bother to knock

Siamo nel 1952 e per Marilyn, dopo tanti ruoli secondari, arriva finalmente l'atteso ruolo da protagonista e curiosamente la Fox la sceglie per un ruolo altamente drammatico, quindi completamente diverso dalle interpretazioni, di tutt'altro genere, che fino ad allora le erano state affidate. Per l'attrice è l'occasione per fare un bel salto professionale.
La parte in "La tua bocca brucia" è difficile, fortemente drammatica e intensa, un ruolo che avrebbe spaventato attrici con ben più esperienza della sua, ma Marilyn, nonostante i timori, accetta la sfida e si cala nei panni di Nell Forbes, una giovane psicopatica.

La vicenda si snoda interamente fra le mura di un'hotel di lusso: una coppia, che per la sera ha bisogno di una baby sitter, affida la figlia a Nell, la nipote dell'addetto agli ascensori, una ragazza all'apparenza timida e molto dolce, ma che in realtà è soggetta a gravi disturbi mentali, che si manifestano gradualmente e si acuiscono dopo l'incontro con un giovane pilota, Jed Towers (Richard Widmark), giunto in cerca della sua ex (Anne Bancroft), che si esibisce come cantante nel bar dell'albergo.
Nell crede di riconoscere in Jed il suo fidanzato morto anni prima e cede ad un attacco di follia, che la spinge a commettere una serie di atti inconsulti, tra cui legare e imbavagliare la bimba e minacciare di ammazzarsi.

Marilyn si immedesima bene nella parte e, nonostante la poca esperienza, riesce a rendere il suo personaggio credibile e a sostenere pienamente il confronto con gli altri attori principali, Richard Widmark, quì stranamente in una parte da "buono" e Ann Bancroft, che nonostante in "La tua bocca brucia" fosse al suo esordio cinematografico, aveva già alle spalle una buona esperienza teatrale. Certo nella sua recitazione si notano ancora una vaga mancanza di disinvoltura e alcune asperità, che affinerà col tempo e sotto la guida di registi più esperti, tuttavia il suo talento in fiore appare già palese, specialmente nella dote di saper catturare la macchina da presa e far sua la scena.

Comunque, nonostante la buona volontà di cast e regista, questo film non ottenne molto successo; venne stroncato da una critica impietosa che definì la regia artigianale e l'interpretazione della protagonista appena sufficiente, probabilmente accecati dal suo prorompente sex-appeal, i critici non andarono oltre e non riconobbero quelle capacità artistiche che ne avrebbero fatta una grande stella.
Tuttavia il film merita una rivalutazione, soprattutto per l'interpretazione della Monroe, che rivela un notevole talento riuscendo a rendere con naturalezza i tipici camnbiamenti d'umore di chi soffre di malesseri psichici e ad essere decisamente credibile nel simulare i trance psicotici dovuti all'esplosione della follia.